Judd Vinet, un programmatore canadese, nei primi mesi del 2001 decise di creare una nuova distribuzione, chiamata Arch Linux, ispirandosi a Slackware, Polish Linux Distribution e soprattutto CRUX Linux. A questo progetto aggiunse un sistema di gestione dei pacchetti, che mancava alle distro precedentemente nominate, di modo che si potesse aggiungere, togliere ed eliminare i programmi sul PC con facilità. Tale programma venne chiamato Pacman, tuttora utilizzato nella distribuzione.[9]
Verso la fine del 2007, Judd Vinet si dimise da leader del team di sviluppo di Arch Linux e passò il testimone al programmatore statunitenseAaron Griffin, soprannominato Phrakture.[9]
A novembre del 2017 è cessato il supporto ufficiale di Arch Linux per i sistemi a 32-bit (i686). Agli utenti che non possono passare ad un sistema x64 è stata proposta la migrazione ad Arch Linux 32, distribuzione mantenuta dalla comunità.[10] Le istruzioni per il passaggio sono disponibili sul sito ufficiale della nuova distro.
A febbraio 2020 le redini di leader del team di sviluppo passano a Levente Polyak soprannominato Anthraxx.[11]
Nel 2021 tramite il comando archinstall è stato introdotto un installer intuitivo per aiutare l'installazione.[12]
Caratteristiche
Tratti distintivi
Per la sua filosofia minimalista, l'installazione base non incorpora nessuno strumento di configurazione automatica, nessun ambiente desktop e nessun altro programma o tool che non sia strettamente necessario all'avvio del sistema; per questo non è indicata per i nuovi utenti di Linux o coloro che non vogliono avere a che fare con la shell di comando.
Alcuni tratti salienti della distribuzione sono:
la leggerezza: per questo motivo sono state eliminate alcune porzioni di sistema come /usr/doc e le pagine info, considerate inutili, dato che le stesse informazioni possono essere ottenute sulla Rete;
la semplicità: il sistema di init usato da Arch è fortemente ispirato a quello di BSD, e tutte le configurazioni sono demandate a piccoli file testuali;
la modernità: Arch Linux è una distribuzione rolling release. Tutti i pacchetti disponibili per l'installazione sono sempre aggiornati all'ultima versione distribuita dagli autori (previa fase di testing). Questo la rende inadatta all'utilizzo in ambito server di produzione;
la velocità: ArchLinux è ottimizzato per architettura x86-64. Altre architetture (come i586 e i686) sono mantenute (non ufficialmente) dalla comunità.
Arch Linux offre un sistema di gestione dei pacchetti molto semplice ed estremamente comodo. I pacchetti binari sono gestiti grazie a Pacman che si occupa sia della sincronizzazione tra il repository locale e quelli ufficiali sia dell'installazione, rimozione e dell'aggiornamento. Pacman è il corrispettivo di dpkg e apt-get per Debian[13] e derivate, come Ubuntu, oppure dnf per Red Hat Linux, Fedora o CentOS, ed offre la possibilità di aggiornare tutto il sistema con un solo comando.
Arch Linux è dotata di un sistema di port in pieno stile BSD, chiamato ABS (Arch Linux Build System). Creare un pacchetto con ABS è piuttosto semplice: è sufficiente creare un file (il PKGBUILD) contenente le istruzioni necessarie per scaricare i sorgenti e compilarli con un solo comando, makepkg.
Questo permette a chiunque di pacchettizzare software non ancora disponibile ufficialmente, demandando al gestore dei pacchetti (in inglese "package manager") il compito della gestione di installazione e rimozione.
I file PKGBUILD hanno una struttura pulita e lineare, in linea con la filosofia della distribuzione, permettendo ad un qualsiasi utente di compilare sul proprio sistema tutto il software che desidera: difatti, le uniche conoscenze richieste sono i rudimenti dello shellscripting. Per l'installazione sono tuttavia necessari i privilegi di scrittura nell'intero sistema (di norma si usa sudo o l'utente root).
extra: contiene del software aggiuntivo che non rientra in core;
multilib: contiene i pacchetti necessari per utilizzare applicazioni a 32 bit su un sistema a 64 bit.
Sono inoltre disponibili i repository di testing, che includono i pacchetti candidati per l'inclusione negli altri repository stabili:
core-testing: contiene i pacchetti canditati per l'inclusione in core;
extra-testing: contiene i pacchetti canditati per l'inclusione in extra;
multilib-testing: contiene i pacchetti canditati per l'inclusione in multilib.
Esistono pure altri repository ufficiali (gnome-unstable e kde-unstable) ma anche non ufficiali,[15] facilmente utilizzabili previa configurazione di Pacman (sempre tramite file di testo).
Arch build system (ABS)
L'Arch Build System[16] è il sistema di Arch Linux che automatizza e semplifica certe operazioni relative alla compilazione e pacchettizzazione del software a partire dal codice sorgente. Alcuni casi d'uso sono:[17]
compilare o ricompilare un pacchetto per esigenze specifiche;
creare e installare nuovi pacchetti da sorgenti software per i quali non esiste ancora alcun pacchetto;
personalizzare i pacchetti esistenti per esigenze proprie.
Per eseguire queste operazioni l'utente, mediante pkgctl o Git, clona nel suo computer dal repository ufficiale la directory del software che intende compilare. Per ogni software il repository contiene soltanto un file di testo chiamato PKGBUILD (che è un semplice script Bash) e a volte qualche altro file, ma mai il codice sorgente o il binario. Tramite il comando makepkg l'utente scarica il codice sorgente ufficiale e lo compila, ottenendo alla fine del processo un file che solitamente ha estensione .pkg.tar.zst, installabile tramite pacman.[16]
Arch User Repository (AUR)
AUR[18] è una peculiarità che distingue Arch Linux dalle altre distribuzioni. Si tratta di repository di pacchetti a cui tutti possono contribuire, anche chi non si occupa di sviluppo.
Se un determinato pacchetto non è presente nei repository ufficiali, chiunque ne avesse bisogno può scrivere il PKGBUILD di tale pacchetto e renderlo disponibile a tutti, caricandolo su AUR.[19]
L'installazione tramite AUR avviene, infatti, scaricando il PKGBUILD piuttosto che il pacchetto, per poi compilarlo e installarlo secondo le linee guida di ABS. Per questioni di sicurezza, ovviamente, non è possibile includere direttamente pacchetti binari, che tutt'al più possono essere scaricati prima dell'installazione.
Esistono diversi sistemi automatici di creazione dei pacchetti a partire dall'AUR, chiamati AUR Helpers,[20] tra i quali si possono citare Paru e Yay. Questi, in particolare, si occupano di scaricare gli archivi contenenti i PKGBUILD e gli altri file necessari, per poi compilare i sorgenti, ottenere un pacchetto regolare e installarlo nel sistema. Inoltre, gestiscono un database locale dei pacchetti installati dall'AUR in modo da poter verificare la presenza di eventuali aggiornamenti e gestirli quasi con la stessa semplicità di Pacman.
Quando un Trusted User adotta un pacchetto presente in AUR, il pacchetto diventa disponibile nel repository ufficiale community. La gestione e la sorveglianza di AUR, poi, sono uno dei compiti dei Trusted User.[21]
AUR contiene attualmente tutti i pacchetti compilabili creati dagli utenti. A marzo 2025 sono presenti in AUR più di 90 000 pacchetti.
Distribuzioni derivate
Da Arch Linux sono nate diverse distribuzioni. Le più note sono riportate di seguito in ordine alfabetico:
ArkOS, distribuzione pensata principalmente per l'hosting di siti web e servizi (email, cloud, ecc...) tramite Raspberry Pi, con l'obiettivo di ridurre la dipendenza dai servizi cloud e rendere più difficile la raccolta dei dati;
BlackArch, distribuzione orientata al Penetration Testing;
Bridge Linux, distribuzione con installer grafico di Arch Linux. Presenta anche uno script post-installazione per aiutare gli utenti con le operazioni di prima configurazione. Disponibile con Xfce, GNOME, KDE e LXDE;
Condres OS Gnu/Linux – Fork ufficiale di Apricity OS - utilizza i repository di Arch, il package manager Pamac, PushBullet, BTSync, ICE SSB manager, ed un DE Gnome modificato;
Chakra, distribuzione con KDE come desktop environment;
ConnochaetOS, distribuzione basata su Arch rivisitata per la piattaforma i586;
EndeavourOS, distribuzione minimalista creata da membri della community di Antergos successivamente alla sua dismissione. Utilizza di default KDE Plasma, ma sono disponibili numerosi ambienti desktop e window managers grazie all'online installer;
LinHES, distribuzione specializzata per la configurazione semplice del software PVR della MythTV;
Mabox Linux, distribuzione con Openbox come desktop environment;
Manjaro Linux, distribuzione user friendly che utilizza di default XFCE con diverse personalizzazioni e patch. Usa dei repository propri, mantenendo la compatibilità con gli Arch User Repository (AUR);
^NUOVO INSTALLER GRAFICO PER ARCH LINUX, su YoungBlogger, 28 aprile 2021. URL consultato il 26 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2021).