Compact Computer 40

Compact Computer 40
computer
TipoComputer portatile
Paese d'origineStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
ProduttoreTexas Instruments
Presentazione6 gennaio 1983
Inizio vendita1983
Fine vendita1984
Prezzo di lancio249 $
CPUTMS70C20
Frequenza2,5 MHz
ROM34 kB
RAM di serie6 kB
RAM massima34 kB
Tastiera incorporataQWERTY con tastierino numerico
Display incorporatoLCD 31 caratteri e 18 spie
Risoluzioni video155 x 8
PorteHex-Bus, cartucce
Altro software di serieBASIC
Autonomia batterie200 ore
Peso600 g
Dimensioni (A x L x P)148 x 256 x 25 mm
ColorazioniAlluminio
SuccessoreCC-40 Plus (prototipo)
Prototipo di CC-40 Plus con registratore a cassette, periferiche impilate e tre cartucce con loro confezioni

Il Compact Computer 40, abbreviato CC-40, è un computer portatile prodotto dalla Texas Instruments nel 1983-1984. È dotato di schermo limitato a una singola linea di testo, ma non è di taglia tascabile[1]. Sebbene fosse promettente e qualitativamente notevole,[2] ebbe poco successo ed è rimasto un computer storico poco noto[3].

Storia

La Texas Instruments, già entrata nel giovane mercato delle calcolatrici programmabili, aveva avviato nel 1977 un progetto denominato "Project-X" per realizzare il suo primo computer portatile, che fosse versatile ed economico. Nel 1981, grazie a una ricerca di mercato, il progetto si orientò su tre possibili prodotti: la TI Programmable 88, nell'esistente linea di calcolatrici programmabili TI, il Compact Computer 40 (CC-40) e il più potente Compact Computer 70 (CC-70).[3] La TI-88 fu annullata nel 1982, fermandosi ad alcuni prototipi. Il CC-70 fu accantonato per via dei maggiori tempi e costi (confluì più tardi nella TI-74). Ci si concentrò pertanto nello sviluppo del CC-40.[4] Non si sa a cosa si riferisse il "40" nel nome.[5]

Il computer fu presentato ufficialmente il 6 gennaio 1983 al Consumer Electronics Show di Las Vegas, come "il primo membro di una nuova famiglia di computer portatili".[1] Il prezzo di lancio era di 249 $.[4] L'attore Bill Cosby concesse la propria immagine per la pubblicità.[3] In Italia il sistema arrivò diversi mesi più tardi, nella seconda metà dell'anno,[1] al prezzo di lancio di 399000 L. IVA esclusa.[6]

Il software per il computer era inizialmente previsto in due formati: le cartucce, per la maggior parte al prezzo di lancio di 59,95 $ l'una, e le cassettine Wafertape a nastro magnetico continuo, leggibili e scrivibili da una periferica in previsione, simile all'Exatron Stringy Floppy, al prezzo di lancio di 19,95 $ l'una.[7] Le cartucce erano dette Solid State Software, una collana di software risalente alle calcolatrici TI-58 e 59, ora in nuove versioni.[2]

Era prevista anche una rispettabile scelta di periferiche per il sistema, tra cui stampante, mini plotter, interfaccia RS232C, modem, interfaccia video, e il lettore detto Waferdrive per i suddetti nastri. Molte sono in grado di funzionare anche a batterie, come il CC-40. La maggior parte delle periferiche arrivò effettivamente sul mercato, ma non uscì mai quella che probabilmente era la più attesa e importante, il Waferdrive, ritirato per via di problemi tecnici.[8]

Sebbene innovativo, il CC-40 ebbe varie difficoltà nella commercializzazione. Uno dei problemi più gravi fu l'impossibilità di salvataggio affidabile dei dati su memorie di massa, dovuta alla mancata produzione del Waferdrive.[8] Ciò lo rendeva meno competitivo sul mercato in rapida evoluzione dei portatili. Le vendite furono deludenti nel 1983 e nel 1984, anno in cui la produzione fu interrotta. I prezzi delle rimanenze scesero rapidamente; i CC-40 con espansione di RAM si vendettero a 95 $ e poi a 50 $.[9]

La Texas Instruments sviluppò anche il modello CC-40 Plus, dotato di una porta in più per la connessione di un registratore a cassette, che avrebbe potuto sostituire il Waferdrive come periferica di salvataggio dati più tradizionale. Anche il CC-40 Plus però non arrivò mai sul mercato. Il progetto fu completato poco prima che l'azienda lasciasse il settore dei computer di fascia domestica, e ne sopravvivono solo pochi prototipi.[9]

Dal punto di vista tecnico il CC-40 rimane un sistema storicamente interessante, che introdusse concetti importanti come l'idea di un portatile compatto ed espandibile.[9]

Caratteristiche

Il CC-40 è un blocco unico delle dimensioni di 148 x 256 x 25 mm e del peso di 600 grammi.[4] Sul retro è imperniata una barra che si può far sporgere per appoggiare il computer con il frontale inclinato.[10]

L'interno di un CC-40; il circuito integrato sulla destra è il TMS70C20

Si basa su un microprocessore a 8 bit della famiglia TMS7000,[3] il TMS70C20 con clock a 2,5 MHz. La ROM è da 34 kB e la RAM di serie è da 6 kB, espandibile internamente a 18 kB. Ulteriore RAM da 8 o 16 kB si può aggiungere tramite cartucce, portando il massimo a 34 kB.[4] Un'originale caratteristica chiamata "memoria costante" permette, grazie a una carica elettrica che mantiene alimentati i circuiti della RAM, di conservare i dati della memoria volatile anche a computer spento, per una durata di mesi.[4]

L'alimentazione del computer richiede quattro batterie AA che danno un'autonomia di 200 ore. L'alimentazione da una presa di corrente è comunque possibile collegando un alimentatore a 6 V.[5]

Il display a cristalli liquidi integrato è costituito principalmente da una singola riga di 31 caratteri di testo formati da 5x8 pixel ciascuno. Una riga completa è di 80 caratteri e lo schermo ne mostra 31 alla volta. Con i tasti freccia si può scorrere la riga a destra e sinistra o cambiare riga in su e giù.[5] Oltre alla riga, lo schermo contiene 18[1] particolari indicatori, come batterie scariche, stato di shift o di blocco maiuscole e funzioni matematiche; alcuni indicatori sono programmabili. Il contrasto dello schermo si può regolare con la rotella di un potenziometro.[5]

Lo schermo del CC-40 mentre mostra molti dei caratteri disponibili, inclusi alcuni degli alfabeti greco e giapponese

I caratteri ASCII disponibili sono completi di maiuscole e minuscole, simboli speciali e caratteri ridefinibili dall'utente.[5] Tra un carattere e l'altro c'è un sottile spazio inutilizzato, per cui non è comunque possibile disegnare grafica continua sulla riga.[6] La lingua dei messaggi di sistema può essere impostata a inglese o tedesco, diverse altre lingue sono disponibili solo con apposite cartucce.[5]

La tastiera integrata occupa metà del frontale del CC-40 ed è QWERTY a 45 tasti, più un tastierino numerico con altri 20 tasti. La meccanica è di tipo chiclet, con tasti piuttosto vicini tra loro, e la disposizione dei tasti principali è simile a quella del TI-99/4A.[6][5] I tasti freccia e quelli di accensione, interruzione, ecc. stanno con il tastierino numerico.[7] I tasti hanno la ripetizione automatica, ma la digitazione singola avviene al rilascio del tasto.[5] La confezione originale del CC-40 include una mascherina appoggiabile sulla tastiera per evidenziare le funzioni secondarie associate a ciascun tasto.[7]

Per i calcoli, il CC-40 utilizza internamente numeri codificati in BCD, che occupano 8 byte di memoria. I numeri sono a 13 cifre (di cui 7 di mantissa), ma solo 10 sono mostrate su schermo.[6]

Il computer è dotato di linguaggio BASIC integrato, derivato da quello del TI-99/4A e molto simile soprattutto al suo TI Extended BASIC, ma nel CC-40 mancano ovviamente molte funzioni per grafica e sonoro. Sono supportati tra l'altro istruzioni lunghe fino a 80 caratteri, sottoprogrammi con variabili locali, PEEK e POKE, richiamo di sottoprogrammi Assembly, array bidimensionali.[7]

I due connettori sul bordo del CC-40: alimentazione e HexBus

Le interfacce esterne sono lo sportello per le cartucce, situato nell'angolo in alto a destra,[7] e una porta sul bordo superiore per la connessione di tutte le periferiche. Quest'ultima si basa sull'interfaccia di I/O Hex-Bus o HexBus, di nuova introduzione da parte della Texas Instruments. Funziona a 4 bit e raggiunge velocità fino a 48000 bit/s. Il cavo è a 8 linee, di cui 4 dati, 2 di controllo del bus, 1 per la messa a terra e 1 per eventuali extra.[8] HexBus ha similitudini con il successivo standard USB: stabilisce una connessione seriale, è plug and play, consente l'hot swap, e permette il collegamento a margherita di fino a 11 periferiche. L'interfaccia, pensata anche per la serie TI-99, non fu mai commercializzata su larga scala.[8]

Software

Il vano cartucce del CC-40 aperto

Il software effettivamente pubblicato su cartucce, dette Solid State Software, consiste probabilmente solo nei seguenti titoli:[7][11]

Furono pubblicizzati, ma non sono confermati, anche Business Graphics, Games II e Mathematics II.[4]

Più numerosi ed economici erano i software previsti su nastro per la periferica Waferdrive, che però non fu mai commercializzata. Per citarne alcuni, erano previsti Perspective Drawing, Pipe Design, Regression/Curve Fitting, Quality Assurance, Inventory Control, Photography.[7]

Note

  1. ^ a b c d MCmicrocomputer 23, p. 44.
  2. ^ a b MCmicrocomputer 23, p. 49.
  3. ^ a b c d Retro Computer 7, p. 42.
  4. ^ a b c d e f Retro Computer 7, p. 43.
  5. ^ a b c d e f g h Retro Computer 7, p. 44.
  6. ^ a b c d MCmicrocomputer 23, p. 45.
  7. ^ a b c d e f g Retro Computer 7, p. 45.
  8. ^ a b c d Retro Computer 7, p. 46.
  9. ^ a b c Retro Computer 7, p. 47.
  10. ^ MCmicrocomputer 23, p. 46.
  11. ^ oldcomputers.net.

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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